Le piazze di Brescia

Dettiamo apertamente la tesi che Brescia non è poi così anonima come si crede, c’è solo da riconoscere e apprezzare la sua anima così pulsante che punta all’internazionalità. Brescia fu la terra natia di un papa, Paolo VI, il papà dell’arte. Terra di motori e della Freccia Rossa: la Mille Miglia, che Enzo Ferrari definì “la corsa più bella del mondo”.

Il Foro Romano

Fin dall’antichità le piazze sono sempre state il simbolo e l’immagine della collettività. La città di Brescia ne vanta ben quattro ricche di storia e arte che ne hanno disegnato i contorni urbani. Il primo modello di piazza primitiva che troviamo in Italia è il Foro Romano, dove gli uomini discutevano della vita politica ed economica.

Nel 1823 la municipalità di Brescia e l’Ateneo cittadino avviarono una campagna di scavi ripresa ed interrotta da più fasi, ma che restituì un tempio Capitolino ai piedi del colle Cidneo, chiuso sui quattro lati, collocato al centro fra i maggiori assi della città: il cardo e il decumano massimo. Una breve passeggiata ci fa capire l’impianto monumentale, soprattutto la dedica sul frontone del tempio pone in risalto la magnificenza della città di Brescia nel periodo che va dalla Roma imperiale fino alla decadenza dell’impero. Entro la cerchia romana, la città possedeva una basilica, una curia e persino un teatro: un pezzo architettonico unico fra i meglio conservati del nord Italia.

La piazza medievale

Col detto “Mille e non più Mille” fiorì in tutta Europa il fenomeno dell’inurbamento. Tale evento coinvolse anche la città di Brescia.  C’era necessità di un nuovo spazio e si abbandonò la Piazza del Foro romana a favore di Piazza Duomo, per diventare poi Piazza Paolo VI in onore di Giovanni Battista Montini.

La piazza medievale cittadina diventò un centro propulsore del cristianesimo e dei commerci locali, a ridosso del palazzo comunale, il Broletto, con la sua torre campanaria, la Torre del Pegol, accanto a due cattedrali.

Sotto la torre campanaria, gli uomini del tempo commerciavano le loro mercanzie, mentre le due chiese erano un forte punto di riferimento religioso. Il Duomo Vecchio, di stampo medievale e detto anche rotonda per la sua forma circolare, e un secondo tempio, Il Duomo Nuovo, successivamente abbattuto e riedificato in epoca tardo barocca.

La piazza rinascimentale

Piazza Loggia è la piazza rinascimentale concepita e realizzata alla maniera veneziana, “una platea granda”. Questo nuovo spazio fu voluto dal podestà Marco Foscari come simbolo egemone della Repubblica Veneta sulla città, ove Brescia orbiterà per oltre quattro secoli.

Questo spazio è una quinta scenica chiusa da palazzi e portici. L’edificio principale è palazzo Loggia, oggi sede dell’amministrazione municipale, mentre al lato opposto vediamo dei portici con la torre dell’orologio (1540-1550), con in cima due automi che scandiscono il tempo con colpi di martello, affettuosamente chiamati dai bresciani “i matti delle ore” (i macc de le ure). Altri palazzi meritevoli di una sosta sono il palazzo Notarile, con il primo scalone originario da cui si accedeva al palazzo, e il banco dei pegni.

Piazza della Vittoria

A sud di piazza Loggia c’era un quartiere ad alta vocazione commerciale: il quartiere dei grani e delle pescherie. Ritenuto una minaccia per la salute e l’igiene della popolazione, a inizio del 900 si elaborò un piano di risanamento, attuando dei progetti per il suo sventramento urbano. Oltre a ciò, il piano regolatore prevedeva una nuova costruzione di edifici moderni.

La direzione del nuovo cantiere fu affidata a Marcello Piacentini, e a causa del suo intervento andarono perdute molte tracce importanti del substrato medievale, fra cui la Curia Ducis o anche detto il Cordusio, inglobato nel tessuto medievale e moderno della città. Non tutto fu distrutto, non tutto fu perduto: infatti fu risparmiato l’arengario (1932) realizzato in pietra rosa di Tolmezzo che riporta i fatti storici e decisi della città di Brescia. Al termine di questo piano di slargo, fu costruito il palazzo delle Poste in pieno stile razionalista. Non appena la nuova piazza fu pronta le fu dato il nome di Vittoria in memoria delle imprese italiane durante la Prima Guerra Mondiale.

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